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Osservare un bambino che impara a camminare riempie sempre l'animo di stupore; vederlo gattonare fino all'appiglio più vicino e impegnarsi con energia per drizzarsi in piedi, ammirare i suoi occhi spalancati sulla fiducia di chi lo invita. È meraviglioso, soprattutto, cogliere l'attimo in cui abbandona la stabile sicurezza della posizione acquisita per affrontare la vertigine del disequilibrio, quella condizione di precarietà che - sola - gli consentirà di compiere il primo e i successivi passi di tutta la vita.